Capitolo 1 Progetti Tecnologici
 

Analisi   in   situ   di   Marte

I progetti di sviluppo strumentale MAGO (Martian Atmospheric Grain Observer) e MEDUSA (Martian Environmental DUst Systematic Analyser) mirano ad analizzare l'abbondanza del vapore acqueo e le proprietà fisiche e dinamiche dei grani solidi dispersi nell'atmosfera di Marte. Vapore acqueo e particelle solide partecipano in maniera determinante all'evoluzione climatica di Marte e, a causa anche di fenomeni eolici, sono in continua interazione con la superficie e con la componente atmosferica gassosa. Le informazioni fino ad oggi disponibili derivano quasi esclusivamente dall'interpretazione di immagini o dati spettroscopici. Solo recentemente, il Mars Pathfinder è riuscito ad ottenere stime qualitative della velocità di deposizione di polvere dall'atmosfera sulla superficie del pianeta. Gli strumenti MAGO-MEDUSA saranno invece in grado di:
  1. misurare direttamente, per la prima volta, l'abbondanza di vapore acqueo ed il flusso di polvere trasportato dai venti;
  2. determinare la velocità e la quantità di moto impartite alle particelle;
  3. studiare la distribuzione di massa dei grani dispersi in atmosfera.
Gli esperimenti MAGO e MEDUSA, che derivano le principali caratteristiche tecniche da GIADA, sono stati selezionati rispettivamente dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) per studi di fattibilità, in previsione di future utilizzazioni in missioni marziane che prevederanno "rover" e/o "lander". L'OAC, avvalendosi della collaborazione di un gruppo di lavoro internazionale, sta sviluppando i progetti con l'obiettivo di raggiungere la definizione ottimale della configurazione degli esperimenti per il conseguimento degli obiettivi scientifici sopra descritti. Dal punto di vista degli sviluppi tecnologici, l'obiettivo di maggiore rilevanza consiste nella miniaturizzazione dei dispositivi di misura da utilizzare. Sono inoltre in fase di realizzazione test di laboratorio sui sottosistemi in una camera realizzata appositamente per riprodurre le condizioni ambientali di Marte, per dimostrare la piena rispondenza delle loro caratteristiche tecniche ai vincoli posti dalla misura delle quantità fisiche di interesse.

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