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supporto
cartaceo
oggetto: tavola silografica
incisione silografica
20x14
La
tavola silografica, stampata sul verso della prima carta, secondo il principio
di estetica grafica dell'apertura (opening), rappresenta una straordinaria
anticipazione dell'antiporta secentesca. L'immagine è priva di
leggenda (dedica, titolo, sottoscrizione) e di informazioni relative al
contenuto del testo. Le notizie sull'edizione tipografica del libro, infatti,
si ritrovano nel colophon (recto dell'ultima carta) dove, accanto alle
informazioni circa l'anno e il luogo di stampa, il tipografo (che non
si menziona affatto) aggiunge un carme in lode ad Urania (Musa dell'Astronomia).
L'incisione presenta un'iconografia che allude al contenuto del testo:
l'allegoria dell'Astronomia, una giovane donna abbigliata secondo la moda
rinascimentale e assisa in trono, stringe nella mano sinistra una sfera
armillare; con la mano destra, invece, sembra protendere un antico astrolabio
verso Urania. Quest'ultima, coperta appena da un drappo succinto e col
capo coronato d'alloro, rivolge lo sguardo verso l'alto portandosi la
mano sinistra agli occhi come per proteggerli dalla luce del sole. Sul
capo dell'antica divinità una sorta di cartiglio reca la scritta:
"URANIA MUSA CAELESTIS". A sinistra dell'Astronomia c'è
Tolomeo, accompagnato dal cartiglio che ci permette di identificare senza
errore la figura senile e barbuta (PTOLOMEUS PRINCEPS ASTRONOMORUM).
Abbigliato come un mago orientale (magia e scienza costituivano ancora
un intreccio non facilmente districabile), l'astronomo alessandrino tiene
aperte sulle ginocchia le pagine di un libro su cui si intravedono alcune
figure geometriche (probabilmente il suo Almagestum). Ai piedi dei tre
personaggi si apre un'amena vegetazione popolata da piccoli animali (cervi,
conigli e lucertole
In alto è rappresentata la volta celeste, trapuntata di piccole
stelle simili ad asterischi, che si dispiega tra il Sole (il volto di
un giovane putto che irradia luce intorno a sé) e la Luna (il volto
di una donna che sembra rivolgere uno sguardo benigno alla Terra).
L'intera composizione, ancora concepita per determinare una fantasiosa
decorazione in superficie, ricorda l'impaginazione della tavola centrale
di un polittico quattrocentesco, cui si ispira palesemente anche dal punto
di vista iconografico (si pensi soprattutto alle sacre conversazioni con
Madonna in trono e Bambino tra i Santi).
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